RIVENDICAZINI NAZIONALISTICHE
L’esplosione di rivendicazioni nazionalistiche non è avvenuta per caso e non è neanche scoppiata all’improvviso. E’ infatti possibile ricondurre tali movimenti alla caduta dei blocchi di contrapposizione tra est ed ovest e alla conseguente crisi di “riferimento” ideologico. L’esempio più chiaro di questo ragionamento può essere ricondotto alle repubbliche dell’ex Unione Sovietica. Esse infatti, dopo l’avvento del nuovo pensiero russo, basato principalmente sulla “Glasnost” (cambiamento), hanno potuto fare leva sulla popolazione per chiedere il tanto agognato riconoscimento internazionale di esistenza autonoma. Le prime spinte si hanno nelle cosi dette repubbliche Baltiche Lituania, Estonia e Lettonia che, forti dell’appoggio straniero sfidarono il Cremlino. Per gli occidentali era un aiuto insperato quello che stava accadendo; essi avevano sempre sperato in una rottura dell’equilibrio dell’Unione Sovietica, ed ora era arrivato. E’ di fatto quasi sempre nell’est che si hanno spinte autono-miste anche se, come poi vedremo in seguito, ci sono spinte autonomiste anche nell’occidente. L’Unione Sovietica ha cosi “generato” una dozzina di nuove repubbliche tutte, o quasi, collegate dalla CSI, la Comunità degli Stati Indipendenti. Molti di questi, paesi in seguito, sono caduti nelle spire della guerra civile e molti sono sul punto di caderci. Nell’occidente come prima accennato, le spinte sono meno violente ma, molto più radicate. La “patria” di tali nazionalismi spetta al Regno Unito. La Scozia, il Galles e l’Irlanda del Nord sono le spine nel fianco del governo londinese e sono sem-pre più frequenti le riunioni al 10° di Duwining Street sul problema autonomista. L’Irlanda nel Nord è l’esempio lotta basata sul terrorismo, praticata da uno dei gruppi più vecchi: l’IRA. Questo tipo di secessionismo è dovuto alla reale diversità dei paesi che compongono tale unione. L’Irlanda fu occupata da Enrico VIII° più di quattro secoli fa e a tutt’oggi, malgrado enormi pressioni interne, continua ad esistere. La colpa maggiore di questo comportamento, basato essenzialmente sul terro-rismo, è sicuramente da imputare, oltre che allo stesso regime inglese, ai mass media nazionali ed internazionali che, per distogliere l’opinione pubblica dal reale motivo di tale lotta continuano ad in-sinuare come causa di tanto odio quello della guerra inter-religiosa fra Protestanti inglesi e cattolici irlandesi, lasciando un solo modo agli irlandesi per spiegare questa lotta: il terrorismo. L’apice di questa lotta si è avuto una domenica di vent’anni fa, quando in un corteo di manifestanti furono uc-cise una diecina di persone da parte dell’esercito inglese e soltanto grazie ai giornalisti siamo venuti a conoscenza di questo episodio poi battezzato dalla popolazione BLOODY SUNDAY. Il Galles ma, soprattutto la Scozia, nonostante siano state occupate nello stesso periodo dell’Irlanda hanno adottato il metodo opposto: quello del Partito Secessionista. Nella Scozia tale movimento ha conseguito, nelle ultime elezioni, un grosso risultato e per il governo conservatore di John Major è il problema n° 1. In Canada la secessione, nata sotto la stella della politica come in Scozia, ha avuto già effetto; dopo la vittoria delle elezioni politiche per il rinnovo del parlamento federale e dopo il voto positivo del referendum sul distacco dallo stato centrale del Canada, il Quebec, stato coloniz-zato dai francesi, è finalmente divenuto Stato indipendente . Un compromesso con le autorità cen-trali ha però trasformato questa indipendenza con una totale autonomia cosicché soltanto per le cartine e per la rappresentanza all’estero il Quebec è Stato canadese. Non è assolutamente vero che questi movimenti vadano contro l’esistenza di organismi internazionali. E’ infatti proprio dal fallimento di tali organismi che sorgono le spinte autonomiste. Come negare l’assoluta incapacità di decisioni dell’ONU negli affari internazionali ? L’ONU è stato e lo è tuttora nella sfera d’influenza di cinque paesi che per ragioni di ordine politico (Francia, U.K.) o per ra-gioni di tipo economico (CSI con rappresentanza Russa, Cina) si sottomettono al volere del sem-pre eterno dominio degli Stati Uniti. L’U.E., Unione Europea, altro organismo “Intento ad integrare paesi diversi” è tutt’altro che operante e sembra ormai il fallimento numero 1. La costituzione di un unione europea era stata pianificata durante il periodo della contrapposizione ideologica e per questo motivo era stata impostata in modo molto particolare. Si sarebbe dovuto avere, prima della unifica-zione geopolitica (quella dei confini per intenderci) l’unificazione monetaria che per problemi econo-mici non si è avuta. Saltata quella monetaria, l’unione politica, visto anche il cambiamento dello scenario politico generale si è allontanata, voluta o non voluta dai vari paesi aderenti. E’ stupido e poco intelligente credere che un semplice passo del trattato, come i paragrafi riguardanti Shengen (l’unificazione delle dogane a cui non ha partecipato l’Italia per motivi legislativi) l’Europa sia ad un passo dall’unificazione. Un discorso a parte merita la questione dell’ex Iugoslavia. Il paese è sempre stato diviso, la sua sto-ria ricorda antiche guerre a partire dall’impero austoungarico a quelle delle due guerre mondiali. Dopo la 2da Guerra mondiale il generale Tito, partigiano del paese Jugoslavo, venne eletto presidente e capita l’importanza di un assetto giocato sull’equilibrio esistente fra i paesi componenti dell’unione, con uno stratagemma politico rese la presidenza un posto da consegnare, in alternanza ai paesi componenti. Purtroppo le forti differenze e le forti spinte autonomiste, alla morte del Generale, si fecero sentire spingendo la popolazione ed i diversi paesi a dividersi e a fronteggiarsi in una guerra. In questa questione, gli errori principali li ha causati l’ONU e nello specifico le nazioni ad esso colle-gate; il riconoscimento dell’autonomia dato alla Slovenia prima ed alla Croazia dopo è stato dato troppo in fretta (la troppa voglia di vedere la fine dell’ennesimo paese dell’est disgregarsi); la ri-chiesta fatta dalla Bosnia Erzegovina troppo meditata è stata la causa di un accordo militare sull’ac-caparramento del paese da parte della Croazia e dall’altra repubblica jugoslava la Serbia. La medita-zione sulla concessione dell’autonomia chiesta dalla Bosnia è stata causata dalla presenza dell’80 % della popolazione di religione Islamica (altro fantasma ed incubo occidentale il pericolo Islamico). I movimenti separatisti comunque, sono la conseguenza delle differenze all’interno dei paesi; è dif-ficile trovare dei movimenti separatisti in paesi molto uniti (per esempio in USA) come è difficile trovare collegamento fra questi movimenti e la Lega Nord partito consolidato nel paese e dedito al federalismo (autonomia economica tra regioni di uno stesso paese) che è ben diverso dal separati-smo (completo distaccamento di una parte del paese). In Italia comunque si è avuto un movimento separatista (quello del Trentino alto Adige e del Veneto) con parecchi attentati soprattutto contro tra-licci e pali della luce. Partiti in lingua tedesca come la S.V.P. (Sud Tiroles Wolks Partaid) in Tren-tino ed in lingua francese come l’U.V. (Union Val d’Aostaine) in Val d’Aosta sono tuttora pre-senti in Parlamento. Analizzare le cause del nascere di questi movimenti è difficile se non impossibile; il trasformarsi e l’evoluzione dell’assetto politico internazionale e nazionale è troppo rapido; un commento ed un ragionamento più profondo sarà possibile farlo soltanto fra una diecina d’anni cioè, quando l’assetto politico sarà meno variabile e più prevedibile e magari sarà possibile ritrovare un nuovo assetto a blocchi come è probabile visto l’evolversi della situazione. F. Bellocchio .
F. Bellocchio
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