Una storia vera
Oggi per me e Giovanni è stato un giorno molto emozionante. In occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare ci siamo ritrovati a parlare di Fabrizio e ci è piaciuto molto raccontare di lui, a bambini di 5-6-7 anni, in modo molto semplice senza turbarli e farli intristire. Anche se si è consapevoli che la vita e la morte camminano affiancati non è facile far capire a bambini così piccoli che esistono malattie così difficili da curare, e a volte non curabili, che possono portare via i nostri cari. Ecco cosa ho detto ai bambini e agli adulti che erano in Sala Fabrizio Bellocchio.
“Buongiorno bambini,
sono Wanda e vorrei raccontarvi una storia, la storia di un bambino che si chiamava Fabrizio Bellocchio.
Fabrizio era un bambino molto vivace, non amava molto studiare ma gli piaceva essere sempre informato su tutto, e questa curiosità lo ha portato ad essere quello che poi sarebbe diventato da ragazzo. Man mano che cresceva, l’interesse per gli studi aumentava.
Fabrizio aveva una malattia rara che ne condizionò la vita e, non potendo fare molti sforzi, dovette lasciare gli studi ma, questo, non gli fece perdere la voglia di sapere e di fare.
La necessità di dover rimanere a casa non lo abbatté anzi, gli fece crescere le sue passioni. Voi conoscete il computer vero? Sapete che con il computer si possono fare tantissime cose e Fabrizio nel 1999 costruì il primo sito web di Amref un’associazione che aiuta i bambini africani.
Fondò un giornale che chiamò “Il Caleidoscopio Nato per non essere soli” che diresse fino all’ultimo e che divenne per lui la finestra sul mondo.
Fabrizio aveva tante passioni: amava l’astrologia e studiava il cielo; amava studiare il giapponese e l’arabo; amava la politica. Amava disegnare e dipingere ma fra tutte le sue passioni c’erano i fumetti e i cartoni animati.
Voi oggi siete in questa Sala che è stata dedicata a Fabrizio e molti di questi fumetti e libri sono stati regalati dall’Associazione Fabrizio Bellocchio Onlus ai bambini e ai ragazzi dell’Istituto.
In questo disegno Bruno Brindisi ha rappresentato i personaggi dei fumetti cari a Fabrizio inserendo anche un suo ritratto.
Cari bambini è come se Fabrizio stesse qui con voi e con i tanti ragazzi che continueranno a frequentare la Mediateca. Tutto questo per ricordare che anche se si ha una malattia rara e, molti limiti, si possono realizzare i tanti sogni che ognuno di noi si porta dentro.”
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