I sogni erotici della tramviera

Tutte le mattine sale sul suo tram con aria sognante e sorridente. Si siede al posto di guida, regola lo specchietto, si passa una generosa dose di rossetto sulle labbra e si prepara ad affrontare la sua giornata di lavoro.

Giorno dopo giorno, trasporta uomini sempre uguali – muti, grigi e indifferenti – con la stessa placida pazienza.

Ma una mattina, sarà per le vibrazioni della strada, o per il su e giù dei biglietti nell’obliteratrice, la procace autista del tram n. 8 si lascia trasportare dall’immaginazione, dal desiderio e dall’eccitazione ritrovandosi nel bel mezzo di una fantasia surreale e fallica

Dopo aver conquistato nel 2012 i festival di mezzo mondo (compreso un passaggio al Festival di Cannes, Quinzaine des Realisateurs, e ad Annecy, la più grande rassegna di cinema di animazione del mondo, che lo ha premiato con il Cristallo e il FIPRESCI, il riconoscimento della Federazione internazionale della stampa cinematografica), e dopo essere entrato nella lista dei dieci lavori selezionati per la categoria Miglior Cortometraggio d’Animazione all’85esima edizione degli Oscar (senza però essere selezionato: troppo audace?), Tram, il cortometraggio d’animazione della regista ceca Michaela Pavlátová  lunedì ha conquistato anche il Trieste Film Festival.

Non è la prima volta che l’autrice, candidata all’Oscar nel 1993 per Parole, parole, parole, accosta il suo sguardo erotico e irriverente sulle relazioni umane (lo aveva già fatto nel suo Carnevale degli Animali del 2006, premiato con il Grand Prix Anifest all’International Animation Film Festival di Trebon).

Inizialmente, racconta, “avevo preparato un corto più dolce e poetico”. Ma, poiché il film fa parte di un progetto sulle donne e sulle loro fantasie erotiche realizzato con i francesi ­ che, si sa, dice lei, “con il sesso hanno un rapporto più easy, senza tante mediazioni” – , le è stato chiesto qualcosa di più “spinto”.

“Ed è così che è nato il mio film”, spiega. Poi aggiunge:

“Personalmente, più che erotico lo trovo provocatorio. Certo non mi sento una sorta di paladina delle fantasie erotiche femminili, ma trovo divertente osservare le reazioni scatenate da qualcosa di inaspettato. E comunque realizzare questo film è stato divertente… Mi ha sempre intrigato immaginare di poter spiare gli altri attraverso i vestiti, così indifesi… Sarebbe bello no? E poi non verrebbero mai a saperlo…”.

In sette minuti, senza una parola, solo con l’ausilio delle immagini (realizzate utilizzando Adobe Flash), la regista fa piazza pulita del clichè secondo cui le donne non hanno fantasie sessuali.

Fonte Corriere.it

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