Noi sosteniamo Eugenio Patanè

Chiamatelo endorsement, come usa ora, o come volete. Intendo dichiarare il mio voto e spendere alcune parole per questo. Va da sé che voterò PD, Bersani e Zingaretti alle prossime elezioni. Scriverò anche sulla scheda verde, quella per il Consiglio Regionale, il nome di Eugenio Patanè. Per tre motivi che seguono:

a) è mio amico e credo di conoscere la sua rettitudine e tempra morale. So già che si tratta di termini desueti – letteralmente desueti -, ma li uso, non per polemica moralistica verso altri, ma perché li ritengo straordinariamente necessari qui e ora. E perché spiegano anche alcune caratteristiche di Eugenio, anche quelle che lo fanno apparire, talvolta, un carattere non facile o almeno non facilmente classificabile.

b) la sua biografia è quella di un ecologista aperto e non integralista che intende, ostinatamente, affermare anche in una campagna elettorale come questa, povera di contenuti di merito, temi altrimenti assenti o marginali. La riconversione ecologica non riguarda tanto alcuni temi delimitati all’ambiente e alla sua salvaguardia, come si tende a credere, ma un punto di vista e un metodo di lavoro radicalmente diversi rispetto a quelli conosciuti. Un campo di attività e iniziativa politica che riguarda, ad esempio, la green economy come i diritti e le garanzie individuali e collettive, la mobilità sostenibile e le pari opportunità.

c) A Eugenio viene rimproverato di non essere un capo corrente e, comunque, non classificabile in nessuna corrente riconosciuta. A me questo sembra un pregio e una premessa, che è quella di ricostruire la politica come dimensione collettiva e non individuale. Eugenio ha adottato come proprio slogan ‘Io siamo noi’ che è una bellissima sgrammaticatura. Candidarsi alla Regione – come gli avevo più volte sollecitato – assume così il senso di un’assunzione di responsabilità, piuttosto che la politica vissuta come avventura personale.

Ci sono, naturalmente, altri motivi più tradizionali che ai miei occhi giustificano l’appello a esprimere la preferenza per Eugenio Patanè. Li tralascio perché possono riguardare altri candidati, molti dei quali egualmente degni di sostegno e attenzione.

Il mio non è un appello che intende escludere il fatto che nel PD ci siano altre candidature di spessore e capacità. Non si tratta di un appello contro, ma a favore di un candidato giovane, competente e che, soprattutto, conosco bene.

Silvio Di Francia

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