Fabrizio Bellocchio :”Voglio vivere a modo mio”.

  

10 dicembre 1973. Lunedì.Nasce Fabrizio Bellocchio.

A Napoli nevica , a Roma piove. Una giornata unica sotto il profilo meteorologico , dà il benvenuto ad un bambino che lascerà il segno. Nonostante il poco tempo che la vita metterà a sua disposizione. 

“Se devo vivere due o tre anni…Voglio vivere a modo mio.” Dirà. 

Un bambino furbo e vivace. Capace di scalare un mobile per recuperare  i giocattoli nascosti dai genitori o di svuotare sulle teste dei poveri ignari passanti sul marciapiede sottostante,ceste di arance dal terrazzo di casa ! 

Lo stesso bambino che ,a soli 5 anni ,sdraiato nel letto d’ ospedale , avrà il coraggio di dire al professore che diagnostica la malattia :

 ” Mamma e papà arrivano subito, però quello che ho, me lo deve dire prima a me.” 

Sarà proprio il coraggio la chiave di volta della sua esistenza.

Quando la distrofia comincia a manifestarsi ,si difenderà dai compagni di medie che inizieranno a deriderlo, stringendo un accordo con il più forte della scuola, che provvederà ad agire per lui , usando le maniere forti quando necessario ! 

La sua intelligenza fuori dalla norma lo porterà lontano, dove il suo corpo ormai non può più accompagnarlo. Fa di internet il suo legame con il mondo , divora libri per assetare la sua voglia di conoscenza , inventa poesie,si innamora dei fumetti tanto da lanciare una petizione

” Contro le censure “

Per non essere solo ,a soli diciassette anni,nel 1991,crea,con l’aiuto e l’amore della madre Wanda ,” Il Caleidoscopio “, giornale che sarà la fonte da dove trarrà la forza per lasciarsi ” Dietro le spalle quello che dovrà essere per quello che è” perché ” Nessuno può perdere quello che è adesso per quello che dovrà essere .”  Come lui stesso, scriveva.   

Il sogno di Fabrizio di un mondo speciale, dove realmente tutti hanno le stesse opportunità ed il patrimonio di ricchezza inestimabile che ha lasciato semplicemente con la sua determinazione, hanno dato vita all’Associazione Fabrizio Bellocchio Onlus  ” Le Ali di Fabrizio “. Una meravigliosa realtà che ha per scopo l’elaborazione, la promozione, la realizzazione di progetti di solidarietà sociale, tra cui l’attuazione di iniziative socio-educative e e culturali in Italia e nel Mondo, promuovendo l’organizzazione di campagne di sensibilizzazione , di solidarietà sociale, manifestazioni culturali, convegni, dibattiti, seminari,organizzando attività didattiche con scuole italiane e straniere. 

Nel 2000 , anno in cui muore Fabrizio,viene istituito da Luca Raffaelli, direttore artistico del “Festival Internazionale del Cinema di Animazione Castelli Animati ” , il “Premio Fabrizio Bellocchio ”  per i corti animati con maggiore contenuto sociale. 

Nel 2001 il Comune di Roma e l’azienda di trasporti pubblici Trambus, gli dedicano la Centrale Operativa Disabili  e ,successivamente, in collaborazione con il Dipartimento V Servizio Handicap del Comune di Roma ,va in ristampa il libro di poesie “Cassetti Chiusi” con inserite poesie inedite di Fabrizio. 

Lo scorso anno, all”interno dell’ Istituto Statale Sordi di Roma, gli è stata dedicata una sala, che ,poco a poco, si sta riempiendo di libri e fumetti.

Basta soffermarsi davanti la targa firmata dal presidente del Municipio Roma III Dario Marcucci, che ha presieduto l’evento, per capire chi era Fabrizio e l’importanza di quello che ha fatto : 

Non esiste separazione definitiva dove c’è memoria, non esistono barriere invalicabili dove c’è la fantasia e la volontà di superarle “.

   Roberta Pedrelli

 Fonte Neapolisroma.it

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