Kokoro Connect – Recensione Anime
Quanto conosciamo noi stessi ma, specialmente, chi ci sta intorno? Ogni giorno veniamo a contatto con molte persone, alcune fanno parte della nostra vita quotidiana, altre le incontriamo occasionalmente, magari a scuola o sul luogo di lavoro. Ognuna di loro dà un’impressione diversa di sé all’altro e, specialmente nella società odierna, alcuni di noi tendono a nascondere il proprio vero essere, con modi di fare molto precisi e competitivi, quasi a volerne fare uno standard di vita, che ci permetta di sopravvivere in un ambiente in cui tutto deve apparire sempre perfetto e vincente. Ma un giorno, all’improvviso, accade qualcosa.
Qualcosa di inspiegabile, che ci costringe a guardare in faccia il nostro vero essere, i nostri veri desideri, aprendo i sigilli del cuore e dell’anima, sgretolando così tutte le sicurezze che avevamo costruito sopra quel modello di perfezione, con una forza prorompente a cui non possiamo opporci e che ci pone molte domande. Quanto siamo fragili di fronte alla nostra vera anima? Stiamo vivendo appieno la nostra vita o la stiamo sprecando vivendola in maniera monotona, quasi si abbia paura di essa?
Per rispondere a tutti questi quesiti bisognerebbe interrogare filosofi antichi e moderni, ma Sadanatsu Anda, con la sua light novel “Kokoro connect” da cui è stato tratto l’omonimo anime, prodotto dallo studio Silver Link e sceneggiato da Fumihiko Shimo, trasmesso da vari reti nazionali giapponesi da luglio a settembre 2012, riesce a dipanare queste complesse realtà esistenziali con semplicità, sentimento, e spontaneità, perché viste e vissute con gli occhi di un gruppo di studenti in età adolescenziale. Età in cui la vita diventa un bivio difficile da affrontare, poiché ancora non sappiamo chi siamo e cosa vogliamo diventare.
La vita dei cinque ragazzi scorre ordinaria e tranquilla, quando una notte, come in una sorta di strano e bizzarro sogno, Yui e Aoki si ritrovano l’uno nel corpo dell’altro. Al risveglio tutto sembra essere tornato alla normalità ma, poco dopo aver raccontato la vicenda ai loro amici del club scherzandoci sopra in maniera divertente e ammiccante, la strana e soprannaturale vicenda si ripete coinvolgendo stavolta Iori e Taichi, stavolta completamente svegli e consapevoli dell’accaduto. Agli inizi tra di loro si scatena il panico, poiché il fenomeno dello scambio dei corpi avviene in modo improvviso e casuale, generando situazioni imbarazzanti e pericolose, ma grazie allo spirito di unione della comitiva, i cinque ragazzi riescono a trarre vantaggio da essa.
Scambiandosi i corpi, infatti, riescono a vedere se stessi in un’ altro modo, cosa che però, in alcuni casi, li mette a dura prova, rischiando di spezzare le loro fragili personalità ancora in formazione. In altri, fortunatamente più positivi, serve a migliorare il loro modo di vedere e vivere la vita, proprio grazie al diverso punto di vista da cui essa viene visualizzata ed analizzata. Una vera e propria “scuola esistenziale”, in cui ogni volta ognuno di loro, intrecciando il proprio corpo e la propria vita a quella dell’altro, riesce a scuoterlo, a tendergli una mano per scoprire i lati più profondi e talvolta più dolorosi, di se stesso.
Proprio quando il gruppo sembra essersi adattato e rassegnato alla situazione, accade un inaspettato colpo di scena: una strana entità, che si fa chiamare Fuuzen Kazura, possedendo il corpo di uno dei loro professori, si presenta a loro spiegandogli che tutto ciò che sta accadendo al club è frutto di un misterioso esperimento, i cui scopi, però, sono oscuri ed inspiegabili. In seguito entrerà in scena una seconda entità che, facendoli tornare allo status fisico e mentale di quando erano bambini, fa riaffiorare in loro vecchi ricordi e sensazioni, alzando il “livello di difficoltà” dell’esperimento. Questa nuova esperienza darà loro in cambio nuove opportunità di riflessione, che li aiuterà a scegliere il loro personale ed unico percorso per il futuro..
La regia e le musiche risultano sufficientemente buone, seppur diciamo non eccezionali. La trama è appassionante e ben strutturata,e comprende elementi shojo con leggeri pizzichi ecchi. Il charachter design originale, curato dalla stessa designer degli anime di K-ON!, Shiromizakana/Yukiko Horiguchi, è accattivante e ben stilizzato. In Giappone, la serie ha avuto un grande successo tanto che la Namco-Bandai, in collaborazione con la Banpresto, ha realizzato un videogame per PSP, ”Kokoro Connect Yochi Random”, lanciato sul mercato il 28 ottobre del 2012 e disponibile, per ora, solo sul mercato nazionale.
di Alessandra Sayko Rossi
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