“Disegno sogni di pace in Siria”

Ghadan (Domani). Un titolo perfetto per un libro (non tradotto in italiano) che vuole regalare un futuro a chi oggi fatica a vederlo. «Parla di un ragazzino che vive tra le difficoltà e la confusione della guerra civile — racconta a «la Lettura» l’illustratrice e scrittrice siriana Nadine Kaadan —. Il libro è dedicato ai bambini siriani in questo periodo traumatico di ansia e paura».

Ventotto anni, Kaadan è nata a Parigi, ha vissuto in Siria fino all’anno scorso quando si è trasferita a Londra dove sta completando un master in illustrazione: «È stato straziante lasciare il mio Paese in questo momento cruciale, ma era il solo modo per continuare gli studi. In Siria vivono ancora parenti e amici, cerco di tenermi in contatto con loro tutti i giorni, ma sta diventando sempre più difficile, la situazione va di male in peggio; il popolo siriano vive costantemente nella paura». E aggiunge la sua convinzione: «La Siria è uno dei luoghi più belli del mondo e lo sarà sempre, non importa cosa succederà».

Nella giovane artista la passione per il lavoro va di pari passo con l’amore per la sua terra: «Sono sempre stata appassionata di libri per l’infanzia; a dieci anni ho creato una rivista per bambini. La fotocopiavo, la rilegavo manualmente e poi la vendevo ai ragazzi della scuola. Da allora non ho più smesso; così sono diventata illustratrice». Quanto al legame con il suo Paese: «Mi affascinano la ricchezza culturale e la civiltà, questo si riflette naturalmente nella scrittura e nelle illustrazioni».

Il suo colore preferito è il blu, il soggetto ricorrente, la città. «Damasco è spesso la principale fonte di ispirazione per il mio lavoro, specialmente l’architettura della città vecchia, le fontane, i cortili, le piastrelle damascene, i profumi di rose e gelsomino». E pure i gatti: «Se si cammina nei vicoli se ne trovano molti, sono parte della città, convivono con gli abitanti». Sullo stile aggiunge: «Ho cercato di rispettare l’identità del luogo e creare un mio stile che fosse “locale” e universale. Amo disegnare prospettive insolite, per aggiungere un tocco surreale alle illustrazioni. Uso diverse tecnichema lamia preferita è l’acquerello. Mi piace giocare con i colori e con l’acqua. È una tecnica “onesta”, trasparente e anche spietata, perché non c’è spazio per gli errori».

La sua idea per l’oggi è trasmettere senso del patrimonio, identità e fiducia ai bambini, invitarli a leggere libri e godersi illustrazioni che si ispirano a elementi che sentono vicini a casa. Il suo sogno, invece, è preservare la storia di una delle più antiche capitali al mondo realizzando «una serie di libri per bambini». Kaadan ha lavorato per il dipartimento per l’infanzia delministero della Cultura siriano creando diversi libri. «Il mio preferito era un’enciclopedia per bambini che contiene cento domande e risposte su animali, geografia e cultura generale. È stato un lavoro molto divertente e utile, ho imparato molto da questo libro mentre lo illustravo; credo che possa essere utile per i bambini». Le storie toccano diversi temi: alcune sono spensierate, altre affrontano temi importanti come Leila answer me (premiato dalla Fondazione Anna Lindh) che parla della lingua dei segni e di bambini con bisogni speciali; e Ghadan sulla quotidianità della guerra. «Credo sia estremamente importante spiegare ai bambini che cosa sta succedendo intorno a loro e perché la loro vita quotidiana sta cambiando. Affrontare paura e ansia attraverso un libro dà loro conforto e aiuta a rispondere ad alcune delle domande sulla guerra civile».

Quest’ultimo libro è, anche, al centro del laboratorio per bambini (di età compresa tra 6 e 10 anni) che Kaadan propone a Festivaletteratura («Conosco l’Italia ma è la prima volta che vengo a Mantova, sono molto emozionata e impaziente di scoprire la città»).

L’artista non parlerà ai bambini di conflitti e violenze («sono molto cauta su questi argomenti»), ma proverà a suggerire questi temi complessi in maniera metaforica. «Guiderò i bambini a una sorta di lettura interattiva: storia e laboratorio. Leggerò ai partecipanti ilmio libro e chiederò loro di scrivere e illustrare diverse opzioni per la parte narrativa e di immaginare finali diversi, adatti a loro, alla situazione che vivono, incoraggiando la partecipazione e la creatività».

Fonte Corriere.it

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