TEST ATOMICI
Contro il mondo intero, contro i pacifisti, gli ecologisti, gli scienziati, contro anche una buona parte dei francesi più interessati ai problemi economici di tutto il paese che alla megalomania di un solo uomo e, contro tutte le persone che abbiano un minimo di buon senso, Jacques Chirac ha effettuato il primo di una serie di esperimenti atomici nell’isola di Mururoa il 5 /9 alle ore 23.30. Subito dopo l’esplosione c’è stata la condanna unanime da ogni parte del mondo, da diversi paesi anche se questa è stata espressa in modi e toni differenti: Nuova Zelanda, Australia e Cile hanno ritirato i loro rappresentanti diplomatici; Giappone ed alcuni paesi del Pacifico hanno dimostrato una dura condanna alla Francia, Stati Uniti e Russia hanno espresso “rammarico” per l’avvenuta esplosione, Germania, Italia e gran parte dei Governi europei hanno manifestato caute critiche. Proprio questa differenza nel modo con cui i paesi hanno dimostrato pareri negativi, che all’apparenza sembrano essere uguali, ma che in realtà delinea la discrepanza esistente fra i paesi, ha contribuito ad esacerbare gli animi portando la Francia a controbattere in modo assai arrogante alle critiche internazionali. Un esempio concreto è senza dubbio “l’affare” Giappone, dove quest’ultimo ha annullato la visita del Presidente Chirac nel paese per protesta contro gli esperimenti atomici e, motivando questa decisione con la poca “sensibilità” con cui il Presidente francese ha iniziato i test proprio in pieno cinquantesimo anniversario della bomba lanciata sulle città di Hiroshima e Nagasaky. Ora però la Francia è preoccupata sopratutto per le minacce di ritorsioni economiche; già molti paesi del Pacifico, ma anche in Germania, in Regno Unito e Svezia il boicottaggio dei prodotti è iniziato ed in ambienti economici si è seriamente preoccupati anche perché è ancora in memoria la vicenda del boicottaggio alla “Shell” proclamato da Greenpeace e terminato con il successo dell’associazione ambientalista. Purtroppo le risposte alle critiche non hanno tardato ad arrivare ed il tono fa’ presagire una vera e propria tempesta diplomatica: Chirac ha dichiarato che il suo paese darà prova al mondo di assoluta fermezza, mentre il Primo Ministro Alain Juppé ha chiamato i contestatori “Isterici”; anche il Presidente del Parlamento si è espresso in modo duro contestando il fatto che alla Francia starebbero più a cuore i Bosniaci che non la fauna ittica di Mururoa (peccato che in quattro anni ancora non si è fatto nulla per la Bosnia. NdR). Intanto si cerca una motivazione a tanto accanimento; quella ufficiale espone la necessità di predisporre nuovi esperimenti, oltre quello già effettuato, per mettere a punto la nuova testata Tn75 da istallare sui missili imbarcati nei sommergibili in uso alla futura forza di dissuasione. C’è però una motivazione meno ufficiale che si desume sulla base di alcuni dibattiti negli ambienti militari: si crede che questi test servano a sostituire la filosofia di dissuasione(scoragiare il nemico da un’azione suicida) con la costruzione di armi nucleari dagli effetti “selettivi”, da usare in eventuali conflitti. Intanto un altro problema per la Francia è il risveglio del senzo di indipendenza degli tahitiani, la paura che gli abitanti delle isole possano fare ritorisioni contro i francesi dell’isola. Le sommosse causate dalla popolazione sono frutto del trattamento ancora di tipo coloniale che la Francia usa nei confronti di Tahiti; ormai gli abitanti di Papeete sono presi dall’esasperazione causata dalla mancanza di lavoro e della (non trascurabile) evidenza di contare poco o nulla nell’ambito della politica francese. Se le cose non cambieranno per la Francia ci saranno guai ben più grossi delle “semplici” critiche internazionali causate dai test atomici.
F. Bellocchio
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